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Appello del WWF: proteggiamo le tartarughe marine.

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Se l’anno in corso sarà certamente un anno da dimenticare per la disastrosa pandemia da Coronavirus che continua purtroppo a manifestare tutti i suoi drammatici effetti a livello mondiale, sul fronte dei fenomeni della Natura lo stesso è stato caratterizzato da innumerevoli casi di avvistamenti di animali in aree dove non erano mai stati osservati in precedenza. Pur non essendoci un legame tra i due fenomeni, nel caso della tartaruga marina Caretta caretta il 2020 passerà agli annali della ricerca scientifica e della conservazione come l’anno dei record per quanto riguarda le nidificazioni in Italia e in Calabria in particolare. Quando ormai siamo giunti nel periodo conclusivo della stagione della deposizione di uova da parte del rettile marino (che ha un massimo tra giugno e luglio per poi decrescere progressivamente), grazie ai dati forniti dalle associazioni Calabria Caretta Conservation e WWF, si contano nella nostra Regione poco più di sessanta nidi, un numero mai registrato prima dai ricercatori e dai volontari, pari a quello che negli anni precedenti si contava in media in tutta l’Italia (Sicilia compresa).
Un numero che è suscettibile di aumentare, visto che qualche tartaruga può ancora cercare di nidificare sulle nostre coste, come ad esempio ha tentato di fare una Caretta caretta, in una notte di fine luglio su una spiaggia di Tropea: anche questo un fatto eccezionale, visto che la nidificazione più a sud del litorale tirrenico calabrese è stata quella monitorata dal WWF a partire dal 22 agosto del 2014 sul litorale di Pizzo.
Purtroppo però quella che avrebbe potuto essere la prima nidificazione sui lidi tropeani è stata ostacolata dalla, seppur comprensibile, curiosità dei villeggianti che, nonostante l’ora particolare, frequentavano la spiaggia. Sono stati in molti infatti ad essere attratti dalla presenza in acqua, prima, e dalla successiva fuoriuscita della tartaruga dal mare nel tentativo di trovare il punto adatto per deporre le sue uova; ma evidentemente il disturbo, benché involontario, causato dalle luci dei flash dei cellulari e la presenza stessa degli emozionati e increduli curiosi, ha fatto desistere la tartaruga dal suo intento riproduttivo. Bisogna precisare che l’animale non è stato né toccato né molestato dai presenti, purtroppo ignari però che proprio la fase della emersione e della ricerca del sito dove deporre le uova rappresenta il momento più delicato, durante il quale basta veramente poco (come appunto le luci o la presenza di persone) per indurre la tartaruga a fare dietro front e ritornare in acqua, rinviando, eventualmente, il momento della risalita, dello scavo della fossa e della camera di incubazione, cioè del “nido” che custodirà le uova fino alla schiusa, dopo una media di 50 giorni.
L’appello che il WWF rivolge dunque ai bagnanti ai gestori di lidi, ai pescatori che , a Tropea come in qualsiasi altro luogo, dovessero assistere alla emersione di una tartaruga o comunque alla sua presenza su una spiaggia, è quello di astenersi da qualsiasi forma di disturbo, mantenendosi a debita distanza ed evitando assolutamente l’uso di torce elettriche o dei cellulari, flash, ecc. e aspettare che l’animale abbia portato a termine, dopo almeno un’ora, la delicatissima opera di deposizione prima di portarsi di nuovo in mare.
Solo così si darà alla Tartaruga la possibilità di regalarci l’emozione più grande: la nascita, dopo qualche settimana, di decine di frenetiche tartarughine che, sbucate dalla sabbia, di notte, correranno verso la loro infinita dimora marina.

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