Il lavoro dei volontari del panda prosegue senza sosta anche in estate e il responsabile scientifico Paolillo rilancia: «Ora è tempo che anche il Vibonese si doti di un Cras»
L’estate che ormai è giunta al giro di boa si sta confermando come una delle più impegnative per i volontari del Wwf. Due i principali fronti di intervento: da una lato la ricerca, la messa in sicurezza e il monitoraggio fino alla schiusa di numerosi nidi di Tartaruga marina, le cui deposizioni hanno superato abbondantemente tutti i record degli anni precedenti e che vede impegnati i giovani volontari soprattutto sul versante ionico della regione. Dall’altro continuano senza sosta i recuperi e i salvataggi di animali selvatici di qualsiasi specie, dai nidiacei caduti dal nido, fino agli esemplari adulti trovati in difficoltà a causa di ferite, intossicazioni alimentari, ecc. L’ultimo caso riguarda una poiana con un’ala fratturata rinvenuta nel territorio di Soriano Calabro da Francesco Giannini, che ha subito avvisato i Carabinieri di Serra San Bruno. Da qui l’intervento del responsabile scientifico dell’Organizzazione Wwf “Vibo Valentia-Vallata dello Stilaro” Pino Paolillo, che ha preso in consegna il rapace ferito prima di inviarlo al Cras di Catanzaro. «Solo dall’inizio di giugno – precisa Paolillo – i recuperi hanno riguardato rapaci diurni come le quattro poiane, o i tre gheppi, rapaci notturni come gufi comuni, barbagianni allocchi e civette, due bellissimi rigogoli, gabbiani reali, un coloratissimo gruccione, per non palare dei numerosi pulcini di merli, rondini, balestrucci e rondoni, tanti rondoni caduti dal nido e alimentati fino all’involo. Non sono mancati interventi particolari come il recupero di una tartaruga di palude europea, finita in una piscina di un hotel, di una testuggine terrestre e persino di pipistrelli. Ma richieste di consigli sono giunte al Wwf anche da fuori regione, dal Lazio alla Campania. Analogo impegno a favore della fauna selvatica lo hanno prodotto tutti i volontari del Wwf Calabria, da Catanzaro a Cosenza, da Crotone a Reggio Calabria. La continua emergenza relativa al ritrovamento e al recupero di fauna selvatica in difficoltà – prosegue Paolillo – ripropone ancora una volta il problema dell’assenza in provincia di Vibo, di un centro attrezzato per la cura e la riabilitazione di questi animali, analogamente a quanto avviene a Catanzaro e a Cosenza, una carenza che comporta enormi sacrifici per i volontari che non possono sempre e comunque sostituirsi all’intervento degli enti pubblici. L’auspicio del Wwf è che, almeno da qui alla prossima estate, anche la provincia di Vibo si possa dotare di un adeguato Centro di recupero per la fauna selvatica».